La leggenda di Berta che filava...

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Miri10
view post Posted on 6/8/2011, 22:45




La leggenda di Berta che filava...



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Nell'età feudale che va dall’800 al 1100 circa, i territori erano divisi in feudi e contee, ciascuno dominata da un signorotto locale che la governava come un re, con un potere assoluto. Frequenti erano le ingiustizie e le prepotenze subite da contadini ed artigiani e molto pesanti erano le tasse imposte al popolo. Fuori dalle mura delle città c’erano casupole costruite con legno e paglia, in cui vivevano le famiglie di contadini.
Fra le molte leggende tramandate da quei secoli oscuri, vi è la leggenda di Berta, che riguarda da vicino la terra di Montegrotto nel padovano, sua terra originaria, una povera contadina ed abilissima filatricela una donna di nome Berta, nonché le note vicende storiche legate al re germanico Enrico IV.

Enrico IV di Franconia, re di Germania ed imperatore dal 1084, salì al trono alla morte del padre Enrico III.
Entrato in contrasto con Papa Gregorio VII, lo fece deporre. Il Pontefice reagì scomunicandolo e sciogliendo i sudditi dall’obbligo di fedeltà. Temendo una rivolta generale, Enrico capitolò, recandosi a chiedere perdono al Papa a Canossa, dove questi lo ricevette dopo tre giorni di attesa penitente e lo perdonò.
Enrico IV fronteggiò allora i ribelli e li sconfisse, seppure non in modo definitivo, né si placarono i contrasti con Gregorio che lo scomunicò
nuovamente.
Enrico IV creò allora antipapa l’arcivescovo di Ravenna Clemente III, da cui fu incoronato imperatore dopo la presa di Roma.
Durante questo viaggio a Roma, la leggenda vuole che Enrico IV, accompagnato dalla moglie, la regina Bertha, abbia fatto sosta a Padova recandosi anche a ricevere gli onori di quei paesi vicini che avevano sempre dimostrato fedeltà alla corona. Enrico IV e Bertha furono quindi ospiti dei signori di Montegrotto. Forse non trascurabile è il fatto che la zona era nota fin dall’antichità per le sue calde acque dalle proprietà curative.
In onore della venuta del re e della regina, fu preparata con cura una cena al castello. I popolani delle contrade portarono doni alla coppia regale, perché si ricordasse della loro visita.
Anche Berta, la giovane e povera contadina cercò di partecipare al ricevimento. Il suo desiderio era quello di vedere e conferire con la regina, per chiedere la liberazione di Raniero, il suo innamorato, imprigionato perché non aveva potuto dare al suo signore la parte di
raccolto spettantegli.
Berta riuscì a parlare con la regina e a chiedere la grazia per Raniero,
offrendo tutto quello che aveva con sé: un gomitolo di filo. La regina, commossa per questo gesto, concesse la grazia e dispose di assegnare alla contadina tanta terra quanta ne poteva contenere il filo donatole.
Le fanciulle delle contrade, venute a conoscenza del nobile gesto, si precipitarono dalla regina con del filo, ma a tutte Bertha di Savoia rispose: “È finito il tempo in cui Berta filava”.

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C'è un'altra versione leggendaria sulle origini del motto, riportata dal grande poeta dialettale Gigi Zanazzo, che lega il personaggio di Berta a Lucio Domizio Enobarbo, imperatore dal 53 d. C. col nome di Nerone Claudio Cesare, incendiario e primo persecutore dei Cristiani. Tra i molti aneddoti fioriti intorno alla figura di Nerone c'è anche questo:
Berta era una povera donna che passava la vita a filare per cucire il pranzo con la cena.
Un giorno le passa davanti l'imperatore e si sofferma ad osservarla mentre lavora alla spola, forse interessato alla somiglianza tra la donna e l'immagine delle Parche (le Moire greche. divinità filatrici che tessono il filo di ogni vita umana). Emozionata e intimorita, Berta augura a Nerone lunga vita: "Che gli dei, o Cesare, ti diano mille anni di buona salute!"
L'imperatore, che sapeva di non godere del favore del popolo, le chiese stupefatto il perché di quell'augurio. A quel punto la filatrice rispose: "Perché il peggio non è mai morto". Nerone era un tipo imprevedibile: poteva assassinare chiunque per futili motivi, ma anche apprezzare il buon senso e il coraggio. E così disse a Berta: "Donna, vieni domani nel mio palazzo e porta tutto il lino che hai filato da adesso a domani mattina. Non te ne pentirai".
Berta rimase di ghiaccio. Il mattino dopo, tuttavia, bussò alle porte della Domus Aurea e si presentò tremante al cospetto di Nerone, consegnando nelle sue mani tutto il filato. Nerone chiamò un servitore e gli ordinò di dare alla donna tanti terreni quanti ne poteva contenere il filo di lino.
Da quel giorno Berta, divenuta ricca, smise di filare. Per Roma si sparse subito la voce dell'insperata fortuna capitata alla donna. E tutte le filatrici si assieparono davanti al palazzo imperiale, nella speranza di ottenere lo stesso trattamento. Ma Nerone mandò loro un liberto con la sua risposta: "Tutte a casa! Non è più il tempo che Berta filava...".


 
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sara40
view post Posted on 1/5/2017, 13:42




carino
 
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1 replies since 6/8/2011, 22:45   1010 views
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